Dei rientri e dei nuovi inizi
Oggi per molti di noi è in qualche modo il “primo giorno di scuola”.
Il rientro dalle ferie, per quanto queste siano state brevi o difficili o intervallate comunque da inevitabili momenti di lavoro, per me rappresenta da sempre un nuovo inizio, e io adoro i nuovi inizi!
Ogni capodanno mi prefiggo alcuni buoni propositi, di solito tre, e chiedo a qualcuno che mi è vicino di aiutarmi a garantirne la realizzazione spronandomi, monitorando l’andamento o chiedendomi aggiornamenti. Non delego l’esecuzione, ma chiedo sostegno nelle buone intenzioni!
Il nuovo inizio per me è rappresenta anche la verifica e la ripresa dei miei riti.
Credo moltissimo all’utilità dei riti. Nulla di stregonesco, semplicemente buone abitudini ricorrenti che, grazie a ripetizione e consuetudine, diventano un modo per affrontare più sicuri di sé le incognite delle giornate che ci si presentano davanti.
Immagine creata da me con dall-e a partire dal prompt “immagine con oggetti che evochi abitudini positive”
Per me uno dei riti quotidiani è quello di leggere almeno due giornali (testate tradizionali), sempre di polarizzazioni opposte. Cerco di fare la media delle notizie e, in assenza al momento di fonti terze super-partes, ho modo di far lavorare il mio spirito critico mantenendomi aggiornata.
Un altro rito è più semplice e solo apparentemente poco legato al business: ogni mattina cerco alcune citazioni e ci rifletto sopra. Mi fermo qualche minuto solo a pensare a quelle frasi, a quali sono le mie opinioni in merito, se le ho già sentite prima, cosa mi ricordano, quali spunti possono darmi. Qualcuno la chiamerebbe mindfulness o, con un minimo di allargamento di maglie, addirittura meditazione. Non ho la pretesa che lo sia, ma è comunque tempo per me e per la mia mente, per il qui-e-ora.
Per essere sicura di non dimenticarmi di compiere questo rito quotidiano uso alcuni calendari con una citazione per ogni giorno dell’anno. Stacco il foglietto e ci rifletto su.
Lo consiglio a tutti, soprattutto in queste giornate di ripartenza concentriamoci su quanto ci più dare forza ed energia, e, se ancora non li abbiamo, troviamo uno o più riti quotidiani, diamoci un appuntamento fisso con noi stessi.
Un rito può essere qualsiasi cosa che ci aiuti a prepararci al lavoro e a metterci nella giusta mentalità. Per alcuni, può essere un caffè mattutino, per altri può essere ascoltare un po’ di musica o fare una passeggiata.
I riti possono aiutarci a entrare nella giusta predisposizione di mente per il lavoro e a migliorare la produttività, aiutandoci a ridurre lo stress e a sentirci più positivi ed energici.
Qui l’articolo sul mio blog. E buon rientro!
Dalle bonifiche ambientali alla cessione allegra delle informazioni aziendali. Come Zoom e gli altri mettono a rischio la privacy
Si è passati direttamente dalle bonifiche periodiche delle sale riunioni, alla ricerca di microspie, a call infinite su Zoom e simili senza porsi problemi.
Ma le sale riunioni virtuali da sempre sono strutturalmente insicure dal punto di vista della privacy.
Adesso la questione è emersa anche al di fuori della cerchia dei tecnici della privacy: Zoom aveva modificato le condizioni d’uso (umanamente impensabile che le persone vadano a leggersele a ogni avviso di variazione) autorizzandosi in automatico a utilizzare i contenuti delle call per addestrare il modello di intelligenza artificiale.
Se già prima dai server di Zoom passavano informazioni aziendali anche estremamente sensibili nella quasi totale noncuranza degli utenti, adesso queste possono essere usate come dati da dare in pasto all’IA e lì, che fine faranno, non è più dato sapere. Potranno diventare la base per un suggerimento dato a un nostro concorrente che usa l’IA come supporto generativo sui nostri stessi argomenti, per esempio. O finire come spunto per un giornalista che vuole scrivere di un argomento tecnico ma non ne sa molto.
Zoom ha cercato di metterci una pezza, ma è riuscita male male male. Dice che adesso l’amministratore della riunione può scegliere se consentire l’uso del meeting come “cibo” per l’IA, ma lascia fuori dal consenso i partecipanti. Tenuto conto che non sempre chi avvia la call ha consapevolezza sui temi della privacy, non pare un grande risultato.
Cosa fare? Basta uscire da Zoom e migrare verso Teams o Meet? A naso, e a esperienza, non si fa una fine migliore.
Le riunioni cruciali, dove si parla di argomenti sensibili per il business, meglio farle in presenza, magari anche ricordandosi che una volta si faceva la buona vecchia bonifica ambientale. Perché se un tempo eravamo disposti a pagare per togliere i microfoni dalle sale riunioni, adesso paradossalmente paghiamo chi le fa passare sui propri server dal primo all’ultimo secondo, con la possibilità di accedere a tutte le informazioni, di elaborarle con algoritmi di analisi del linguaggio, e di tenerle anche memorizzate su server ubicati all’estero.
Una riflessione la farei…
Qui l’articolo sul mio blog.
Un consiglio (non richiesto ma accorato)
È entrato in vigore il Digital Service Act.
Tra le principali novità che introduce, è previsto che le principali piattaforme dovranno consentire agli utenti di vedere i post in ordine di pubblicazione, senza che gli algoritmi li influenzino.
Questo consentirà a tutti noi di accedere a informazioni aggiornate e imparziali, dandoci una visione più completa dei contenuti pubblicati online e riducendo il rischio di polarizzazione.
Non tutti i provvedimenti del DSA mi convincono, ma ritengo questo estremamente utile per evitare almeno in parte la manipolazione a cui siamo soggetti quando utilizziamo i Social.
Esplorazioni weblogiche
🔗 Un articolo imperdibile del New Yorker sull’Intelligenza Artificiale.
🔗 Un’interessante riflessione su uno degli aspetti dell’enshittification dei Social Network: ormai le piattaforme voglio solo che gli utenti comprino. Stop.
🔗 Umberto Galimberti sulla Repubblica sintetizza perfettamente i rischi legati al fatto che si legge sempre meno.
Booklogica - consigli per le letture
📖 Sempre in tema Intelligenza Artificiale, per saperne di più segnalo l’ottimo La scorciatoia, di Nello Cristianini. In modo semplice, chiaro ma estremamente preciso e senza polarizzazioni riesce a spiegare molto bene il funzionamento dei modelli LLM alla base dei principali sistemi di Intelligenza Artificiale ora disponibili a tutti.
Già, perché il problema (uno dei problemi) è che chiunque può utilizzare uno strumento potentissimo e pericolosissimo per effetti diretti e a cascata senza avere la minima cognizione di come funzioni.